I VIRTUOSI DI SAN MARTINO

Nel nome di Ciccio

Nel nome di Ciccio è una esilarante carrellata di canzoni, brandelli, situazioni, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale. Un omaggio al grande Nino Taranto.

I Virtuosi di San Martino, alla loro maniera, rivisitano la “Macchietta”, forma prediletta dagli autori Pisano e Cioff che hanno inventato decine e decine di personaggi: dal celeberrimo Ciccio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da Carlo Mazza e Rosa Pezza a Cosima. Diciamo personaggi perché la Macchietta disegna piccole storie di piccoli uomini, buff, strambi, sempre esilaranti, tutte riconducibili a sgambetti di linguaggio e di situazioni, all’interno delle quali queste fgure rivelano la loro crisi e la loro drammatica comicità. Si tratta dunque di teatro musicale in senso stretto, e non è un caso che questa forma di arte scenica fosse frequentata dai più grandi attori del Novecento: Nicola Maldacea, Ettore Petrolini, Raffaele Viviani, Totò, Aldo Fabrizi, lo stesso Taranto e perfno un giovane Eduardo.

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Un teatro-musica ante litteram, che i Virtuosi provano a sospingere comicamente verso la sua evidenza di attualità, convinti che questa sia ancora l’epoca dei Ciccio Formaggio, che “non tiene il coraggio nemmeno ‘e parlà”.

I Virtuosi costruiscono una spirale di ispirazione barocca nella quale annegano con il pretesto della citazione tutti gli stili musicali, imbellettati ormai nel luogo comune del concerto d’occasione. Un processo di liberazione che avendo il carattere funerario di una Morte che danza (e che ride) propone una Resurrezione del divertimento dionisiaco e rituale che sembra purtroppo non appartenere più né alla musica, né al teatro.

Da Rossini ai Beatles, dai “Mariachi” a Schonberg, da Sant’Agostino agli Squallor, è una labirintite acuta a condurci nella possibilità estrema di cogliere l’essenza unica di un’Arte che si avvia ad essere divisa per sempre da se stessa.

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